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E’ il 7 Settembre, le strade di Roma sono calde ma annegate da una di quelle piogge che sembrano tempesta. Scende così tanta acqua, che le strade ormai sgorgano. “Ma quando le rifaranno le tubature in questa città?” pensa Tommaso. Per le strade, i motorini accostano, le persone scappano verso il rifugio più vicino e il caos prende sempre più il sopravvento. “Sempre la solita storia, appena la pioggia s’infittisce a Roma sembra d’essere in guerra!”.

 

TOMMASO è un ragazzo alto, normalmente di un aspetto quasi ordinato, ma oggi ha un’aria persa ed i suoi trent’anni sembrano essere diventati sessanta. Il suo atteggiamento assomiglia molto a quello di un vecchio signore che commenta i cantieri. Solo che lui non sta in piedi con le braccia dietro alla schiena: è seduto fra una macchina e un cassonetto e fissa di nascosto una finestra, mentre si lamenta della sua città.

Ha appena lasciato SARA, la sua ragazza. Sono stati insieme 7 anni (più due da amici speciali) e proprio stamattina, poco prima che la pioggia facesse la sua comparsa, ha deciso di lasciarla senza darle spiegazioni. Poi, si è nascosto ad osservarla all’incrocio che punto la finestra di camera sua. La luce in camera di Sara è spenta, dalla finestra non si vede niente. Sembra proprio che in casa non ci sia nessuno…

Antonella Rossetti
2 anni fa

Invece Sara è lì, accasciata sul pavimento al buio, a pezzi come il vaso che ha scaraventato contro la porta dopo che Tommaso l’ha mollata così senza una spiegazione! Piange con tutta la sua rabbia e la frustrazione…”come ha potuto comportarsi così? Dopo 7 anni!!! 7 anni di un amore perfetto, senza un litigio, un’ incomprensione niente di niente! Quanto tempo è rimasta seduta su quel pavimento? Non lo sa…guarda la finestra e per la prima volta si accorge del buio che l’ avvolge…sente il rumore della pioggia irrompere nella sua anima, anche l’ universo piange per lei…per il suo amore perso. D’ un tratto un lampo di luce riversa il suo bagliore nella stanza, subito seguito da un boato che fa tremare i vetri della finestra e anche il suo cuore…

Alessio Gasparro
1 anno fa

💪

Last edited 1 anno fa by Alessio Gasparro
A.R.
2 anni fa

Sara ha sempre avuto paura dei temporali…questo pensiero attraversa la mente di Tommaso nel momento stesso in cui un tuono assordante gli esplode nelle orecchie… è come se improvvisamente si svegliasse da un incubo… Ha freddo, e non è solo colpa della pioggia. Un altro lampo…il suo sguardo corre alla finestra e per un attimo distingue la sagoma di Sara dietro le tende. Inizia a correre, verso il suo portone. Ora non ha più dubbi. Si attaccò al citofono, senza fiato lei rispose: “si?, chi è?. ” Sara perdonami, sono uno stupido”. Dal citofono gli arrivò il pianto sommesso della ragazza, seguito dallo scatto del portone che si apriva…Un altro lampo illuminò il cielo plumbeo e per un attimo i pochi passanti infreddolito videro in una finestra due figure fondersi…

iolanda frattolillo
2 anni fa

Tommaso ripercorre tutti gli anni che ha vissuto con Sara. Anni belli, spensierati, pieni di progetti, speranze. Lì fermo, il suo cuore parla, le sue emozioni sono forti, l’energia è dirompente. Lui è convinto della decisione che ha preso, ma ama profondamente quella ragazza minuta, energica; sá di aver preso la decisione giusta, Sara non sarebbe mai partita per intraprendere i suoi progetti senza di lui. Roma ormai ha poco da offrire e lei deve andare se vuoi realizzare i suoi sogni…

E.F.
2 anni fa

E questo era più o meno quello che Tommaso si raccontava, ormai da tempo. Forse non riusciva a vedere più quello che aveva visto in Sara la prima volta che aveva incrociato i suoi tacchi rossi a quella festa in periferia. Nessuno dei due doveva trovarsi lì, e invece, entrambi, si trovarono. Il sorriso accecante di quella ragazza lo aveva preso al cuore come spesso gli succedeva, anche se quella volta, credeva che fosse speciale. Questi 7 anni per lui sono stati una sorta di stallo emotivo, un amore perfetto, forse troppo. Quella mattina di pioggia, si era svegliato di soprassalto con il boato di un tuono, uno spavento…forse, sicuramente un’emozione fortissima. Si era reso conto che lo spavento di quel tuono gli aveva dato in un secondo più emozione di quanto in 7 anni gli avesse provocato Sara. Un po’ per noia, un po’ per gioco, aveva voluto “provare a lasciarla” solo per vedere cosa si muovesse dentro di lui. Sara, ignara di tutto, era la vittima di un gioco disperato di ricerca dell’emozione perduta…dell’ispirazione. Non è mai andato a quel campanello, non era mai salito per baciarla, era ancora lì, su quella macchina. Si era solo immaginato quale sarebbe stata la soluzione più conveniente, ma ora Tommaso era cambiato…

Laura
2 anni fa

Tommaso ha deciso di lasciare sara per non farla soffrire non vuole che lei sappia che a Tommaso rimane solo un mese di vita etc se volete continuo

Alessio Gasparro
1 anno fa

Sul volto di Tommaso scendono le lacrime mentre estrae lo smartphone e scorre la sezione messaggi di Instagram fermandosi sulla chat di Federica; l’ultimo messaggio è di quella mattina alle 8: “Ho voglia di rivederti…questa notte è stato bellissimo💋”. Tommaso mentre alza di nuovo lo sguardo verso la finestra di Sara asciugandosi il volto, è incantato nell’osservare una ragazza fradicia sul marciapiede opposto, che corre sotto la pioggia in cerca di riparo; Sara è stata la prima ed unica esperienza e ora, alla soglia dei trent’anni, è convinto che la gioia della vita gli stia sfuggendo di mano, e vuole fare nuove esperienze prima che sia troppo tardi. È il motivo per cui ha lasciato Sara questa mattina, dopo aver passato una notte di passione con Federica. Ma lui è convinto di amarla ancora, mentre sullo smartphone scorre le foto dell’album insieme a lei. Mentre guarda la finestra, sul suo volto si disegna un sorriso d’amore nel vedere la sagoma di Sara muoversi nell’ombra. È innamorato di lei, glielo si legge negli occhi, ma lo sguardo è disturbato da quella ragazza fradicia che ha trovato riparo sotto una pensilina di fronte a lui. È combattuto, da una parte l’amore, dall’altra il desiderio sessuale. Si alza da terra, si passa una mano fra i capelli umidi e si sistema la giacca leggermente sgualcita: di fronte a lui la finestra di Sara; sul marciapiede adiacente, sulla destra, quella bellissima ragazza che lo accende di passione. Tommaso avanza, noncurante della pioggia. Deve fare una scelta.
Mattina seguente. È finalmente tornato il sole su Roma, e Tommaso esce da casa di Sara mentre lei lo inebria di parole dolci e piene d’amore. Sono tornati insieme, lui le ha chiesto scusa in ginocchio e ha passato la notte da lei. Ora Tommaso è felice mentre cammina avviandosi a lavoro. il suo smartphone vibra nella tasca dei pantaloni; lo estrae e apre la notifica di Instagram appena ricevuta: “Mi hai fatto impazzire ieri pomeriggio…fortuna che la pioggia ci ha fatto incontrare sotto quella pensilina🖤”. Tommaso ripone il telefono nella tasca dopo aver messo mi piace al messaggio e riprende il suo cammino verso il lavoro, mentre stringe nella mano sinistra il pranzo che Sara gli ha preparato amorevolmente.

Liuk
1 anno fa

eppure Sara era li stesa sul letto, supina, occhi sbarrati, braccia incrociate all’altezza del petto, aveva il volto rilassato, ma la testa ruminava pensieri.
“7 anni” pensava “e alla fine ce l’ha fatta. Per quanto tempo ho atteso questo giorno?. Lo desiravo così tanto che ho creduto, temuto, non potesse mai arrivare”.

Sara aveva smesso di amare Tommaso ormai 6 anni fa, ma mai glie ne aveva parlato. Non cambiò nulla tra di loro. Riusciva a mostrarsi come la solita Sara. Non fingeva solo gli sguardi più appassionati, o i sorrisi imbarazzati, ma anche la gelosia: era convinta che fosse la cosa che meglio le riuscisse, sapeva ben graduarla, riteneva fieramente. Gli era fedele, non lo avrebbe mai tradito. Nessuno, inoltre, tra i loro amici sospettava qualcosa. Non erano passati tanti giorni, infatti, che Giulia, la più cara amica di Sara, le aveva chiesto, se pensavano di sposarsi. Sara arrossendo aveva risposto “…si”. Con Tommaso ne avevano parlato, davvero. Desiderava che apparisse come la storia d’amore che tutti, Tommaso compreso, sognano.

Sara, però, non si era lasciata ingannare dal suo copione ben recitato, voleva provare cosa si sentisse nel mantenere un segreto, solo con sé stessa, uno di quelli che non avrebbe mai rivelato. Ma questo, ora mai, non era più il solo.

Un lampo illumina la stanza a giorno. Roma è come ricoperta da una luce a neon per qualche istante. San Pietro domina in fonda alla via. Lo sguardo le si fissa su un bagliore verde.
“Roma” pensa “Roma, Roma, Roma, Roma….” le risuona in testa talmente tante volte, che perde significato. Riacquista lo sguardo, che era caduto su una insegna di una farmacia: le 23 erano passata già da venti minuti. E’ in ritardo, si rotola giù dal letto, si infila le scarpe, esce.

Matilde
9 mesi fa

Affittasi. Il cartello storto e sbiadito non l’aveva notato. Era posto vicino alla cassetta della posta e confermava che Sara era svanita come un sogno e come tutta Roma che lo circondava. Voleva, fuggire da tutto e tutti, via da quella depressione esistenziale di ogni giorno e lasciare Sara in fondo, era la scusa, l’adrenalina, il modo autolesionistico maschile per colpevizarsi e scavare nel profondo della sua anima, lì alla base del lato nero, come quella oscurità colore inchiostro che gli annebbiava la vista e gli rapiva gli occhi. Osservare quella stanza vuota, senza Sara, sapeva di tomba e di aldilà, di nuova e pesante coscienza. Tommaso trentenne, adulto, solo e anziano nello spirito, finalmente sapeva quello che avrebbe affrontato nella sua vita :” Riempire con parole quelle pagine vuote del suo prossimo romanzo dedicato a Sara, l’unica donna, fidanzata, amica, amante che lo aveva salvato dal suo lato narcisistico “.

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SARA PAOLA MANCINI
9 mesi fa

Tommaso si abbassa sulle ginocchia con la fatica che farebbe una vecchia signora che soffre di artrosi ma si rifiuta di mangiare yogurt. Dal basso cerca di spiare gli altri angoli della camera. Ma da quella finestra della palazzina incrostata proprio non si vede nulla. Un’ambulanza freccia e per un secondo illumina di blu le pareti degli appartamenti al primo piano. Uno di quei fenomeni di cui si accorge solo chi non sa cosa fare della propria vita. Ma Tommaso in quell’istante nota qualcosa in più. Quella parete davanti al letto che ha fissato tante volte mentre Sara russava accanto a lui, è vuota. Se il fatto che non ci siano più le polaroid scattate insieme nelle serate in cui lei era troppo ubriaca per dire di no ai bangla non lo sorprende a turbarlo è l’alone di un vecchio poster che non c’è più. Quel poster dalla grafica discutibile cimelio autografato dagli Afterhours, la band preferita della sua nuova ex ragazza.
Tommaso fissa quella finestra ancora una volta e poi si incammina sovrappensiero e quel piccolo uomo gira l’angolo sparendo in una stradina buia. Il silenzio notturno romano. I versi dei gabbiani che litigano per un petto di pollo marcio a terra.
Poi passi veloci.
Tommaso corre goffamente tornando indietro verso quella finestra speciale. Fiancheggia il palazzo fino ad arrivare al balconcino dell’appartamento. La vecchiaia sembra aver abbandonato il ragazzo e con un balzo degno di Spiderman – no forse non proprio con quell’agilità – si arrampica aiutandosi con il tubo dello scolo.
Lui che è famoso per la sua sfortuna si accorge che per una volta il grande disegno celeste lo vuole aiutare: la porta finestra è aperta. Varcata la soglia, nel buio, si ferma. Tommaso cose sbagliate non l’ha mai fatte, i vecchi non fanno infrazioni tranne quando li metti al volante. Ma per una volta Tommaso non ha paura delle conseguenze. E forse quello che mancava a Tommaso è quello che manca al mondo, un po’ di desiderio.
Nell’oscurità Tommaso si muove senza problemi, sembra conoscere ogni angolo di quella casa e respirarne di nuovo l’odore lo rasserena.
Poi una luce fredda.
Il vecchio giovane di ferma. Tra entusiasmo e timore si avvicina a quella cucina in cui amava preparare uova strapazzate. Una donna. Ma la sua schiena non è decorata da tatuaggi astratti ma da nei, lentiggini e imperfezioni. E al posto dei capelli corti e biondi di Sara, una criniera argento.
Tommaso ora ha di nuovo paura.
La signora si gira. Una vecchina dalle labbre sottili sporche di latte e in mano una cimbellina al vino. Lo stallo di un western. Tommaso riesce solo a pensare alle notizie che appariranno domani sui giornali e su instagram “giovane squattrinato aggredisce dolce anziana mentre fa uno spuntino notturno”. Forse troppo lungo come titolo ma in fondo lui non fa il giornalista. Tommaso è assalito dall’ansia e ora il suo volto rigido sembra davvero quello di uno con un piede nella fossa.
Ma la signora sorprendentemente gli dà di nuovo le spalle. Il rumore di una busta di plastica e poi un sorriso mentre tiene stretta in mano un’altra ciambellina e gliela offre. 

sebastiano nipitella
8 mesi fa

Tommaso dream’s.
Tommaso dove hai la testa? I tuoi sogni o meglio dire incubi. Continui a sognare quella strana nave. Finche la vedevi da lontano non ti faceva paura ma adesso la sogni di toccarla…. da sogno a incubo. Forse sto impazzendo. Piuttosto che parlarne con il suo amore si rifugio in se stesso credeva che anche lei l’avrebbe preso per pazzo che sia la crisi del settimo anno ma addirittura sognarsi una nave. I suoi sogni gli ritornavano in mente come flash back eppure era lucido non si drogava. Gli era costato molto dirgli addio ma come poteva spiegargli che stava impazzendo? Chi mai lo avrebbe creduto se non riusciva a capacitarsene da se stesso. Visto troppi film di fantascienza e mo incominci a farne uno tu stesso.
Troppo tempo sui libri si rinfacciava di non aver fatto mai portato in ferie la sua SARA che adesso era oltre quella finestra ma per lui invalicabile. Cosa mi è saltato in mente continuava chiedersi frustato da una angoscia cosi grande? Cosa è la normalità quando ti succedono queste cose. Si era creata una colpa tutta sua bravo Tommaso diceva: mo ti sei proprio apparecchiato bene.
Ma doveva trovare il coraggio per dirgli la verità magari lo avrebbe compatito o solamente sbattuto la porta in faccia l’angoscia lo rodeva dentro. E poi…

sebastiano
8 mesi fa

(2) the ship la nave. tutto era incominciato con piccole visioni durante i sogni ma a ogni risveglio si alzava frastornato, assente. Era un ragazzo normale, precario, fidanzamento a lungo termine se non hai un lavoro che vuoi fare? sogni, aspetti, tutto in cantiere promesse e poi promesse. Vedrai ti chiameremo. Sara era l’unica cosa seria della sua vita, iniziata per scherzo all’università non si lasciarono più. Ma da quando iniziarono i sogni non se l’era sentito di dirgli la verità. ” Tommaso Tommaso” si ripeteva ” stavolta ti sei apparecchiato bene. Pure di matto stai dando. Sempre più frequenti le visioni l’ultima lo sconvolse era sotto di essa (la nave) alzo la mano per toccarla pensando sarà pesantissima ma invece oscillo dolcemente per riequilibrare il peso. Il suo respiro sempre più affannoso gli sembrava di impazzire, la sua attenzione fu attirata da una luce. il clic gli preavviso che si era aperto un pannello. la sua realtà crollo e si sveglio nel suo letto ansimante e urlante. Guardo le sue mani era convinto di averla toccata. Impossibile era solo un sogno. Piove, le gocce di pioggia tamburellano sulla finestra. Acqua come discendere nel proprio io, l’acqua della vita. gli sembro di cadere all’indietro, cadere nel mare, un viaggio mistico dentro se stesso. le calme acque lo tranquillizzarono.
Tommaso viveva a Roma e tanto per cambiare erano allagate un po’ d’acqua per formare dei torrenti. Era stato davanti la finestra di Sarà cercando di vederla, l’avrebbe voluto abbracciarla, stringere come non mai ma non trovo il coraggio. Si senti il mondo crollare ma non sarebbe stata l’unica volta.
Si dice che dalle macerie nascono i fiori più belli ma lui vedeva solo macerie.
Vagando si trovo davanti gli uffici della casa rossa, una casa cinematografica magari un pazzo come lui poteva aver fortuna o trovare qualcuno a cui era interessato la sua storia. Le sue gambe lo portarono dentro. Personale a modo lo fece accomodare” provino o produzione”? le chiese la signorina. Produzione esclamo le parole uscirono prima del suo pensiero. gli diede un modulo. “lo compili” mentre le indicava una scrivania la signorina era ormai abituata alla gente strana che voleva lavorare in tv e gli sembro il classico che farò nella vita?
dopo l’ennesimo che ci sto a fare qua si decise a scrivere: sogni con il riassunto delle puntate precedenti. Illustrazione, flash 1,2,3 e dulcis in fundus la descrizione di lui che toccava la nave. (la signora) lesse tutto di un fiato le tracce di Tommaso. Le piace la fantascienza esclamo?
Non proprio rispose Tom. Lei ha un’immaginazione vivissima gli rispose squadrandolo. TOM no capiva se era seria o lo stava prendendo in giro, dopo quello che ho scritto neanche io ci credo. La dama rossa sfoggio tutto il suo savoir fare per accattivarselo ma Tom sembrava più a disagio di prima.
(3)

sebastiano
8 mesi fa

(3)
La signora in rosso guardo la traccia di Tom e con tono interessato: è il resto? manca il finale.
inventandosi una scusa sul momento: era per vedere se vi può interessare il progetto? se vi interessa le porterò il finale. la signora in rosso annui e incalzando Tom: sembra del materiale valido ci porti il finale cosi potremo fare una valutazione complessiva. Tom si accomiato dalla signora e come usci fuori dallo stabile fece un grande respiro talmente era la tensione nervosa che sembrava che gli mancava l’aria.
Appena la signora fu libera dalle scartoffie chiamo la segretaria all’interfono: Pina mi dai il numero di quel centro che ci avevano chiamato per una valutazione dei filmati, un centro ufologico se non sbaglio. “provvedo signora”, le passo la chiamata? chiese la segretaria? va bene rispose la signora. Pronto signor Durante? Si buongiorno è un piacere sentirla di nuovo signora. Durante non era molto amabile ma la signora aveva tutta la sua attenzione. La ringrazio disse la signora sorridendo. La chiamo per un informazione per caso sa se ci sono stati avvistamenti in questo ultimo periodo? Durante rimase sorpreso da questa domanda rispose di no ma adesso dei dubbi affioravano nella sua mente. la signora sdraiatasi sulla poltrona e con fare da confidente di segreti di scuola: mi è capitato di leggere una traccia racconto tra le mani scritto da un ragazzo non sembra un appassionato di ufo anzi a guardarlo mentre ne parlavamo sembrava che ne provasse un grande disagio. Di solito gli “appassionati” sono ricchi di dettagli a volte ti dicono pure di quale costellazione arrivano invece questo ragazzo secondo me deve esserne venuto a contatto. Durante rimase in silenzio per un po’ era un po’ confuso ma non si perse d’animo cavolo era il suo lavoro rispondere a domande strane quando se non impossibili: vedrò di informarmi se ci sono state novità che mi siano sfuggite. Adesso la storia incominciava a intrigare anche a lui, era da un po’ che non si presentavano persone per contatti del terzo tipo. I due si salutarono facendosi la promessa che se ci sarebbero state novità si sarebbero chiamati per ulteriori aggiornamenti. La signora ruoto sulla sedia incrociando le mani, mille pensieri le frullavano in testa non era mai stata una sua idea un progetto di fantascienza ma questo era qualcosa di più, se lo sentiva.
scese la notte dopo la pioggia la condensa della sera sembrava che c’era una leggera nebbiolina. Più saliva sui colli e più si infittiva, aveva voglia di svagarsi è affittare quella macchina a noleggio gli sembro una grande idea. Il vuoto e l’oscurità mi avvolgono. Viaggiando lo stomaco incomincio a brontolare ricordandogli che aveva saltato il pranzo e che neanche per la cena c’erano tante aspettative.
Simboli cinesi chissà che vogliono dire? non li avrei mai capiti come si fa a scrivere strisce e barrette. Strano, molto strano quasi come i miei sogni.
Il volto di Sarà gli girava in mente come un film in continuo, il momento dell’addio era una pugnalata al cuore che lei non meritava.
Vagava tra i colli senza meta, occhi aperti alla guida si ripeteva come un preavvisarsi di una tragedia starnutii perdendo per un secondo la strada cercando i fazzolettini. Non rendendosi conto dell’accaduto camminava anche se dopo un po’ il cambiamento di paesaggio e la scomparsa del traffico incomincio a destargli qualche pensiero. Dovrei tornare indietro penso, trovassi un posto dove girare mentre la strada si inerpicava sulla collina.
trovare un posto per girarmi guardando a destra e a sinistra se cambiava il paesaggio. Un bagliore illumino la collina sulla destra scorgendo una cascina. Forse una via d’uscita.
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